I forti in scena: danza, musica e teatro nei luoghi della Grande Guerra

Forte Corbin

Costruito negli anni 1906-1911 era armato con 6 cannoni da 149 mm in acciaio, sistemati in cupole girevoli anch'esse d'acciaio dello spessore di cm 16, ed era difeso da 4 mitragliatrici e da quattro cannoncini da 87 mm in bronzo. Al centro dell'opera principale vi era un osservatorio corazzato. Una trincea bastionata per la difesa ravvicinata lo contornava dalla parte accessibile.

Abbastanza ben conservato, il Forte Corbin, posto a strapiombo su uno sperone roccioso proteso sulla vallata a sbarramento della Valdastico ad una quota di 1077m s.l.m., non ebbe un ruolo primario nell'ambito delle vicende belliche. Serviva infatti più da punto di appoggio arretrato, in cooperazione col sottostante Forte Ratti, ad altre opere fortificate italiane, quali i forti Verena e Campolongo.

Tra la fine di maggio del 1916 ed i primi di giugno le truppe austro-ungariche, comandate dall'ufficiale austriaco Kliemann, occuparono il monte Cengio determinando così l'abbandono del Corbin da parte della guarnigione, per evitare la cattura. Con il ritiro degli austriaci sul versante nord dell'Assa, il 24 giugno 1916, il Forte Corbin ritornò definitivamente in mano italiana e venne usato come alloggio truppe fino ad alcuni anni dopo la fine del conflitto.

Il forte può essere visitato nella sua intera struttura che comprende: corpo di guardia, camminamenti, polveriere, alloggi ufficiali, batteria per cannoni, bastione, forno e magazzini, trincee scoperte e coperte.

Il complesso è facilmente raggiungibile percorrendo la strada che, dalla chiesa di Treschè Conca, prosegue per circa 4 km verso il forte.