I forti in scena: danza, musica e teatro nei luoghi della Grande Guerra

Il Festival

I Forti rappresentano la simbiosi perfetta tra natura e storia, in quanto comunicano un passato ineliminabile ed una presenza radicata e significativa ancora ai giorni nostri.

Lo scopo del Festival "I Forti in Scena", che si presenta come un organismo duttile (in occasione del Novantesimo della Grande Guerra 1915/2005 - 1918/2008) ed è concepito per realizzarsi nell'arco di tre anni, è custodito proprio in queste presenze storiche.

La natura si fa storia e la storia rivive in questi luoghi della memoria. Non solo ruderi o testimonianze della Grande Guerra, bensì pezzi di vita e pezzi di morte che la Grande Guerra ha generato. Oggi questi brandelli di realtà vengono restituiti attraverso momenti di spettacolo. La danza, la musica e il teatro animeranno alcuni forti presenti sul territorio.

Spettacoli perfettamente integrati nei territori ospitanti, grazie ad alcune significative compagnie, che rinnovano il festival come luogo d'esplorazione di progetti ed idee: dal gruppo musicale Barabàn, uno dei maggiori gruppi folk della scena italiana, a I Violini di Santa Vittoria, formazione d'archi emblema della storia musicale emiliana degli anni della Grande Guerra; dalle compagnie di teatro-danza Naturalis Labor, Areaerea, Satiroteatro e Operavivacircus, che ci immergeranno in atmosfere talora astratte e fantastiche, talvolta tragiche ed eroiche, alla performance di Roberto Citran che si esibirà nella lettura di brani dello scrittore asiaghese Rigoni Stern.
Il tutto all'interno di un equilibrio delicato che accontenterà il pubblico offrendo proposte artistiche qualitativamente innovative.

Forte Corbin, Forte Maso, Forte Interrotto, Forte Campolongo: tappe di un percorso attraverso la storia che si rianimano grazie alla danza al teatro e alla musica, secondo uno stile all'insegna della qualità.

Qualsiasi canto, passo di danza, parola, melodia o sfumatura di luce prenda vita tra queste mura, sarà teso a celebrare le vicende umane che si sono consumate negli stessi luoghi.

Far memoria della Grande Guerra, attraverso la sacralità dell'arte, significa custodire, preservare e tradurre nel presente gli avvenimenti che hanno lasciato un segno indelebile in questi territori.