La trincea, intesa come buca o riparo dentro al quale difendersi e combattere, è sempre esistita, ma è con la prima guerra mondiale che diventa il principale simbolo dell'esperienza di guerra di milioni di soldati. La trincea è un fosso in cui si vive e si muore, ma è anche un luogo della mente. Saranno dunque i diari, le memorie, le lettere scritte spesso tra un combattimento e l'altro o nelle lunghe giornate di attesa che ci permetteranno di entrare in trincea e di farcela vivere dalla parte dei suoi più umili e disperati protagonisti.
Progetto e regia di Pietro Arrigoni in scena Erika Bianchessi, Emanuele Gusmaroli, Silene Rosin, Filippo Mariani, Vittoria Gelati, Margherita Rovida, Margherita Tedoldi, Elisa Marchetti, Ginevra Maria Demartis, Stella Piacentini, Gabriele Cincinelli, Stella Piacentini
«La cosa più bella, secondo me, è il silenzio. Quando si è di stanza là sulle montagne, dove ogni sparo viene buttato cinque volte di qua e di là, e poi all'improvviso arriva il silenzio, non un fischio, non un gemito, non un tuono, nient'altro che il magnifico silenzio, che si può ascoltare come un brano di musica... Le prime notti le ho trascorse seduto a vegliare e aguzzavo le orecchie per ascoltare quel silenzio, come fosse una melodia che si vuole catturare da lontano. Credo di avere anche pianto un po', tanto era bello ascoltare al punto di non sentire più niente!»
Vincenzo Caglioti organetti diatonici, cori
Aurelio Citelli voce solista, tastiere, bouzouky, basso
Giuliano Grasso violino, cori
Diego Ronzio clarinetto, sax, percussioni, cori
Paolo Ronzio chitarra, bouzouky, cori
Regia e coreografia Silvia Bertoncelli
Con Natascia Belsito, Silvia Bertoncelli, Valentina Dal Mas, Jessica d’Angelo, Chiara Guglielmi
Costumi Chiara Defant
Una produzione Naturalis Labor
Con la partecipazione del Coro di Asiago
in collaborazione con Festival Forti in Scena
progetto sostenuto da
Mibact / Regione Veneto / Arco Danza / Provincia di Vicenza / Comune di Vicenza
Liberamente tratto da:
"Forse mai nessuno leggerà queste parole"
(Meltemi, a cura di Piercarlo Grimaldi)
diario di Giovanni Bussi detto Gasàn,
un sarto di Langa alla Prima Guerra Mondiale
regia e trattamento drammaturgico:
Luciano Nattino.
Consulenza artistica Maurizio Agostinetto.
Musiche originali di Andrea Negruzzo eseguite dal vivo da Andrea Negruzzo
Con Emanuele Arrigazzi, voce
un progetto di e con
Titino Carrara, Giorgia Antonelli, Calicanto
musiche Roberto Tombesi, Francesco Ganassin
regia Titino Carrara
"Storia di uomini e di guerra, storia di confine alla ricerca di un senso comune di appartenenza. Sul confine si incrociano storie parallele di uomini e donne che hanno l’urgenza di un rapporto identitario forte. Un tenente del genio telegrafisti, due giovani soldati e una ragazza sfollata vivono l’esperienza della guerra come apprendistato di umanità; traggono forza, rifugio e consapevolezza di sé nel rapporto con l’altro, sia esso un compagno, una prostituta o un mulo. Storie affamate di vita, lontane da sfide eroiche e conquiste di trincee. Lucciole nelle notte e alberi di ciliegie."